giovedì 4 agosto 2022

Il diabete si può combattere a tavola


Secondo una ricerca italiana cambiando il proprio piano alimentare sarebbe possibile, in soli 2 mesi, ridurre significativamente il grasso accumulatosi in eccesso nel pancreas e conseguentemente migliorare la produzione di insulina.

Una ricerca condotta dall'Unità di Diabete, Nutrizione e Metabolismo dell'Università Federico II di Napoli, in collaborazione con l'Ircss Synlab Sdn e l'Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del Cnr di Napoli, i cui risultati sono stati pubblicati su Diabetes Care, la principale rivista americana di diabetologia, dimostra che si può combattere e prevenire il diabete con una dieta con diverse componenti benefiche, ispirata alla tradizione mediterranea. 

Secondo lo studio cambiando il proprio piano alimentare sarebbe possibile, in soli 2 mesi, ridurre significativamente il grasso accumulatosi in eccesso nel pancreas e conseguentemente migliorare la produzione di insulina. Quando il grasso è in eccesso, "si accumula, oltre che nel tessuto adiposo, anche in organi in cui non ci dovrebbe essere, come fegato, pancreas, cuore e muscolo, e questo accumulo altera alcune funzioni principali dei vari organi", ha spiegato il ricercatore Giovanni Annuzzi. Nel corso dello studio, è stato chiesto a pazienti con diabete tipo 2 di seguire per 2 mesi una dieta multifattoriale o una dieta ricca in acidi grassi monoinsaturi contenuti nell'olio extra-vergine d'oliva. La dieta multifattoriale "era ricca in fibre e in alimenti a basso indice glicemico (legumi, verdura, cereali integrali e frutta), acidi grassi monoinsaturi (presenti nell'olio extra vergine d'oliva), acidi grassi omega 3 e omega 6 (derivanti dal pesce grasso e dalla frutta secca a guscio), vitamine e polifenoli (frutta, verdura, tè, caffè). Mentre, l'altra dieta era ricca solo in acidi grassi monoinsaturi derivanti dall'olio extra vergine d'oliva", ha spiegato il ricercatore Giuseppe Della Pepa.

Ai partecipanti è stato misurato il contenuto di grasso pancreatico tramite una risonanza magnetica prima e dopo la dieta.
Inoltre, sono stati monitorati i livelli di glicemia e insulinemia a digiuno e nelle 4 ore successive ad un pasto test. "Al termine dei 2 mesi, il grasso pancreatico si è ridotto significativamente del 10% nella dieta multifattoriale e durante il pasto abbiamo osservato, sempre nella dieta multifattoriale, un incremento significativo della secrezione insulinica del 30%, soprattutto nelle prime due ore successive al pasto", ha spiegato il ricercatore. "Le ricadute cliniche derivanti dai risultati di questo studio sono enormi. Infatti, adottare una dieta ispirata alla tradizione mediterranea può indurre anche un miglioramento della secrezione precoce di insulina dopo i pasti, considerato uno dei meccanismi principali che portano al diabete tipo 2", ha concluso Angela Rivellese.


DIABETOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET |