Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


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giovedì 19 settembre 2013

Sindrome metabolica e neurodegenerazione


Neuroscienze e Nutrizione: Alzheimer, il diabete di tipo 3 - Il Diabete può portare al Parkinson 


La classe medica si prepara all'epidemia del XXI secolo
Le previsioni dei ricercatori parlano chiaro: la demenza, dovuta principalmente alla malattia di Alzheimer, interesserà 36 milioni di persone nel mondo nel 2020, 66 milioni nel 2030 e 115 milioni nel 2040. A questi casi si aggiungeranno milioni di casi di altre patologie neurodegenerative, principalmente la malattia di Parkinson, ma anche i parkinsonismi e la sindrome laterale amiotrofica (SLA).
Ancora oggi non conosciamo bene le cause delle malattie neurodegenerative, ma sappiamo che concorrono fattori genetici ed ambientali, tra cui l’alimentazione. Ecco il motivo per la fondazione dell’ Associazione Brain e Malnutrition (“Cervello e Malnutrizione”) che promuove incontri tra specialisti al fine di migliorare la comunicazione e favorire lo studio delle relazioni tra malattie neurodegenerative, metabolismo e nutrizione.
Durante l’incontro “Sindrome metabolica e Neurodegenerazione” neurologi, diabetologi e nutrizionisti hanno discusso le possibili interazioni tra malattia di Alzheimer, malattia di Parkinson, SLA, patologie diabete, altre patologie metaboliche (per sindrome metabolica si intende la presenza di un gruppo di fattori rischio per eventi cardiovascolari come l'infarto del miocardio e l'ictus, quali obesità addominale, riduzione del colosterolo cosiddetto "buono" ovvero HDL, aumento della glicemia e resistenza all'insulina) ed alimentazione. E’ stato stabilito quanto segue:
· Vi è una forte correlazione tra resistenza all’insulina e malattia di Alzheimer, tanto che si può parlare di diabete di III tipo. L’ipotesi più accreditata riguardo al meccanismo d’azione è che l’assenza di insulina influenza negativamente la fluidità delle membrane delle cellule nervose e quindi anche le sinapsi (le connessioni tra le singole cellule nervose)
· Il diabete è un fattore di rischio per malattia di Parkinson e contribuisce alla sua progressione, ma non è vero il contrario ovvero la malattia di Parkinson non è un fattore di rischio per diabete
· La SLA è caratterizzata da una notevole accelerazione del metabolismo
· La demenza è un fattore di rischio per episodi ipoglicemici, ma non è vero il contrario
· Sembra che le statine, importanti farmaci per la riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue, offrano protezione contro lo sviluppo di malattia di Parkinson, ma solo nei soggetti aventi meno di 60 anni di età; è possibile che questo sia dovuto al fatto che riducono l’accumulo di alfa-sinucleina, la proteina che si accumula nei neuroni malati di Parkinson
· E’ stata ribadita l’importanza della dieta mediterranea, soprattutto degli antiossidanti contenuti nella frutta e nella verdura, e dei grassi omega-3 nel pesce
Per ulteriori informazioni e le singole relazioni presentate al convegno, che è stato sponsorizzato anche dalla Fondazione Grigioni, visitare il sito http://www.bm-association.it/