Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


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venerdì 7 novembre 2014

Sensibilizzazione cutanea e allergie alimentari

Secondo uno studio pubblicato su JCI, una particolare sensibilizzazione della pelle con un allergene (la proteina) di un alimento potrebbe promuovere lo sviluppo di allergia al cibo contenente lo stesso allergene. Lo studio, su animali, mostra che l'allergia alimentare non viene sviluppata nel caso in cui non ci sia stata una previa esposizione cutanea all’antigene.

La dermatite atopica (AD – malattia della cute che rientra nelle forme allergiche) e l’allergia ad alimenti sono strettamente collegate; tuttavia, attualmente non sono ancora ben noti i meccanismi che conducono l’evoluzione di questa dermatite verso lo sviluppo di una risposta allergica infiammatoria anche in altre mucose, comprese quelle del tratto intestinale. Oggi, uno studio scientifico pubblicato su the Journal of Clinical Investigations individua un potenziale meccanismo che collega la sensibilizzazione cutanea con l’infiammazione gastrointestinale e l’allergia alimentare: la ricerca, condotta su animali, mostra come un certo tipo di sensibilizzazione cutanea, effettuata ponendo l’allergene (proteina) a contatto con la pelle infiammata, potrebbe promuovere lo sviluppo di reazioni di tipo gastrointestinale e allergico. Lo studio, su modello murino, è stato condotto da un gruppo di ricercatori del Benaroya Research Institute, a Seattle, negli Stati Uniti.

L’allergia alimentare è un problema di salute, diffuso all’interno della popolazione (circa l’8% delle persone ne sono colpite), che può assumere diverse manifestazioni, tra cui anche asma, dermatite atopica, esofagite eosinofila e anafilassi, ovvero l’ipersensibilità ad un antigene che può comprendere forme gravi come lo shock anafilattico.