Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


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martedì 9 maggio 2017

Steatosi epatica non alcolica: il DHA in aiuto del fegato grasso

Uno dei grassi del gruppo degli omega-3, chiamato acido docosa-esa-enoico (DHA) è un grasso ‘buono’ presente ad esempio in pesci come salmone e tonno. Questo grasso sembra proteggere gli obesi da gravi danni e malattie del fegato come cirrosi o cancro. Lo rivela uno studio condotto presso la Oregon State University e pubblicato sulla rivista PLOS ONE.


Gli obesi vanno spesso incontro a una grave malattia del fegato, la steatosi epatica non alcolica (più comunemente detta fegato grasso) che sfocia spessissimo in cirrosi o cancro e per la quale ad oggi non esiste alcuna cura farmacologica. L’unica possibilità terapeutica è data dall’intraprendere una dieta molto stretta e portarla a termine fino in fondo, cosa che però pochi riescono veramente a fare.


Gli esperti hanno fornito del DHA a topi obesi con fegato grasso e visto che questa integrazione blocca la progressione della malattia e previene l’insorgenza di cirrosi o cancro anche se gli animali continuano a seguire una dieta sbagliata (la cosiddetta dieta occidentale), troppo ricca di grassi e zuccheri.


Infine gli esperti hanno visto che pazienti obesi con fegato grasso hanno pochi omega-3 nel sangue e che quando le quantità di questi grassi sani sono aumentate la progressione della steatosi si è fermata.


Nella situazione attuale in cui non esiste alcuna cura per la steatosi epatica, avere un nutriente così facilmente disponibile come il DHA potrebbe essere fondamentale per fermare la diffusione di gravi e spesso mortali malattie epatiche.