Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


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Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

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giovedì 21 gennaio 2016

L’enzima che “taglia via” lo zucchero in eccesso

Una importante e promettente scoperta potrebbe costituire la base per realizzare nuovi farmaci contro l’obesità e il diabete. Si tratta di un nuovo enzima che si comporta come un “antidoto” liberando l’organismo dagli effetti nocivi dello zucchero in eccesso. Resa nota sulla rivista PNAS, la scoperta si deve ad un gruppo di ricercatori dell’Università di Montreal diretto da Marc Prentki che ne spiega l’importanza rilevando che enzimi così importanti per il metabolismo degli zuccheri non vengono isolati dagli anni ’60 e probabilmente questo nuovo enzima, chiamato G3PP, sarà inserito nei libri di testo dei corsi di biochimica.

Lo zucchero, quando è in eccesso, subisce varie trasformazioni biochimiche e viene immagazzinato ad esempio sotto forma di grasso nelle cellule adipose o in forma glicogeno nel fegato. I ricercatori canadesi erano alla ricerca di meccanismi per rendere capaci le cellule del pancreas di liberarsi dello zucchero in eccesso e così si sono imbattuti nell’enzima G3PP che hanno poi scoperto essere attivo anche in altre cellule del corpo. Fondamentalmente, il G3PP è una sorta di ‘forbice molecolare’ che taglia via un gruppo chimico (un fosfato) da un composto che si forma come risultato dello zucchero in eccesso, il glicerolo 3-fosfato che è una molecola di base, per esempio, nella formazione dei grassi (dei trigliceridi). Tagliando il glicerolo 3-fosfato, l’enzima G3PP ‘libera’ il glicerolo che può poi essere espulso dalle cellule. Tale meccanismo di detossificazione è stato osservato nel pancreas, ma G3PP funziona allo stesso modo anche in altre cellule, evitando così gli effetti dannosi di un eccesso di zucchero in varie parti del corpo. I ricercatori sono al momento alla ricerca di composti attivatori di G3PP per potenziare questo processo e quindi sviluppare nuovi farmaci contro obesità e diabete.