Una dieta ricca di fibre svolge una funzione anti-diabete perché aumenta i batteri 'amici' presenti nell'intestino, migliorando il controllo degli zuccheri nel sangue. Uno studio pubblicato su Science getta le basi per un intervento in grado di migliorare la vita dei quasi 4 milioni di italiani che soffrono di diabete. Il diabete di tipo 2 è una malattia legata agli stili di vita che riduce la capacità dell'insulina di regolare la presenza di zuccheri nel sangue, causando danni a tessuti e organi.
Precedenti ricerche hanno mostrato che le persone che consumano più fibre hanno un rischio più basso di svilupparlo. Per indagare sul legame tra fibre e diabete, i ricercatori Rutgers University, nel New Jersey, hanno diviso i partecipanti allo studio in due gruppi, la metà dei quali ha ricevuto una dieta standard e l'altra metà una dieta simile ma con alti livelli di fibre, come i cereali integrali. Dopo 12 settimane, il secondo gruppo mostrava maggiore riduzione dei livelli di glucosio nel sangue. I ricercatori hanno visto che l'aumento delle fibre aveva potenziato in particolare un gruppo di circa 15 batteri intestinali, favorendo la produzione di alcuni acidi grassi a catena corta (acido acetico e acido butirrico) che derivano dalla fermentazione dei carboidrati introdotti con il cibo.
Questi composti creano un ambiente più acido nell'intestino, portando ad un aumento della produzione di insulina e a un migliore controllo della glicemia. "Appare sempre più importante - sottolinea Enzo Bonora, già presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid) - il ruolo dell'intestino nello sviluppo e nel controllo del diabete. In questo caso i batteri, potenziati dal consumo di fibre, agiscono sul cibo introdotto e ne ricavano sostanze che svolgono funzioni simili agli ormoni e quindi regolano il controllo della malattia.
Le fibre alimentari, quindi, cambiano la flora intestinale in senso 'anti-diabetico'".