Sembra essere in una 'antenna' presente sulle cellule nervose il segreto che consente al cervello di regolare il peso corporeo. Ad evidenziare una possibile chiave per capire l'obesità è uno studio su topi condotto da ricercatori della UC San Francisco e pubblicato su Nature Genetics. La scoperta, i cui risultati suggeriscono potenziali nuovi approcci terapeutici al problema, è avvenuta studiando un raro difetto genetico che provoca malattie accompagnata da obesità estrema. L'inclinazione a un aumento di peso malsano è dovuta per il 60-70 per cento ad alterazioni genetiche che interessano i livelli di leptina, ormone che regola l'appetito. Fondamentale nel corretto funzionamento del "circuito della fame" è il ruolo del recettore MC4R, le cui mutazioni rappresentano la più frequente causa di obesità grave.
La nuova ricerca mostra il ruolo, precedentemente trascurato, svolto dal cilio primario neuronale, struttura che sporge dalla superficie dei neuroni agendo come una sorta di antenna. Per capire se vi fosse un legame tra difetti su MC4R e alterazioni al ciglio primario (frequenti in malattie rare collegate ad obesità estrema come la sindrome di Bardet-Biedl), i ricercatori hanno reso fluorescente la proteina MC4R nel cervello dei topi di laboratorio e scoperto che è concentrata in modo univoco nel cilio primario. Inoltre, in casi di obesità estrema, MC4R non riesce a raggiungere il cilio primario, impedendo al cervello di "tirare il freno" per evitare l'aumento eccessivo di peso. I neuroscienziati sono abituati a pensare come responsabili delle segnalazione al cervello la comunicazione elettrica tra i neuroni (sinapsi) mentre la ricerca evidenzia il ruolo cilio nella segnalazione neuronale. "Abbiamo scoperto un nuovo principio biologico attraverso il quale i neuroni possono comunicare", sottolinea Jeremy Reiter, Capo Dipartimento di Biochimica della UCSF.
Nutrizione | Redazione DottNet | 08/01/2018 21:53