Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


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venerdì 7 febbraio 2014

Ortoressia: quando i cibi sani diventano ossessione

Neuroscienze e Nutrizione: Nuovo disturbo del comportamento alimentare è la fissazione per il mangiar sano.

Ortoressia è apprensione eccessiva per la qualità del cibo. Ortoressia è paura di contaminazione, angoscia che il cibo sia sporco o non sano.“Il burro e la carne rossa aumentano il colesterolo, il pesce contiene mercurio, nelle verdure ci sono i pesticidi”: questi sono solo alcuni dei divieti che, se non controllati, ci trascinano verso un nuovo disordine alimentare definito “ortoressia nervosa”.
Quasi sempre alla base dei disturbi alimentari c’è la preoccupazione per la quantità di cibo; nel caso dell’ortoressia l’attenzione (ossessione) si sposta dalla “quantità” alla “qualità” degli alimenti.
Ciò che rende l’ortoressia particolarmente pericolosa è la sua “buona apparenza” che rende estremamente sottile e inizialmente impercettibile la linea di confine tra un atteggiamento sano e l’atteggiamento patologico. Con l’ortoressia si comincia con l’escludere dalla propria alimentazione cibi trattati con pesticidi, additivi artificiali e tutti quelli percepiti come “cattivi” per la salute e pian piano il criterio di ammissibilità di un cibo nella propria alimentazione diventa sempre più restrittivo. L’ortoressia è un rapporto distorto con il cibo che si stabilisce in maniere graduale, partendo da quella che potrebbe essere considerata una sana attenzione verso una corretta alimentazione fino ad arrivare alla psicosi e al rifiuto del cibo come “piacere”. I soggetti conortoressia in breve tempo cambiano il proprio stile di vita, tendono ad isolarsi, si difendono da chi non la pensa come loro o da chi li contraddice, vivono perennemente in ansia e cercano di sedare tale ansia con il rispetto di regole ferree. Quando l’ortoressia, da patologia diventa poi maniacale il soggetto comincia a credere che tutto dipenda dal cibo facendolo diventare un pensiero fisso: rinuncia al gusto e al profumo delle pietanze per mangiare più sano, controlla tutto per prevenire malattie e contagio e, anche se proverà disgusto per certi cibi, sarà costretto a mangiarli ritenendoli “sani”. In questo modo l’ortoressico diventa ossessivo, fobico, asociale e, fidandosi solo della rigida dieta, potrà arrivare a carenze nutrizionali gravi. L’ortoressia porta il soggetto a non sentirsi mai appagato e confidando solo in se stesso ha difficoltà ad istaurare relazioni amicali e affettive. Quasi sempre l’ortoressico consuma il proprio pasto in solitudine. Tali soggetti sono estremamente sicuri delle loro convinzioni e si sentono superiori alle persone che non hanno, secondo loro, un simile “autocontrollo”.
La diffusione dell’ortoressia potrebbe essere correlata alle “mode alimentari” che iperselezionano alcuni alimenti in nome di filosofie di vita. Tra queste troviamo diete “vegetariane”, “vegane”, “macrobiotiche” , “crudiste”, “fruttariste” etc. che, se esercitate in modo ossessivo, possono portare carenze proteiche e vitaminiche anche molto gravi. La terapia dell’ortoressia rientra fra quelle previste per gli altri disturbi del comportamento alimentare, con l’attuazione di un approccio globale (psicologico + nutrizionistico) da parte di specialisti esperti del settore.