Neuroscienze e Nutrizione: Dieta e Depressione
La dieta ed il nostro atteggiamento verso il cibo influenzano e sono influenzati dal tono dell'umore. La depressione è un disturbo del tono dell'umore che perde il suo carattere fisiologico di flessibilità, si riduce e non è più influenzabile dalle situazioni positive.
I sintomi tipici della depressione legati alla dieta sono: alterazioni dell'appetito e calo ponderale (-5% al mese) e, meno frequentemente, il netto aumento dell'appetito con conseguente incremento del peso corporeo.
Le diete ipocaloriche costituiscono un fattore di rischio importante per l'insorgenza della depressione, soprattutto in seguito all'assunzione difarmaci anoressizzanti; ciò comporta effetti negativi sulle emozioni e sul comportamento. Alcuni di questi principi farmacologici inducono anche un senso di euforia che lascia il posto ad una più o meno grave depressione all'interruzione della terapia. Altri farmaci associati alle diete dimagrantifavoriscono la comparsa di malumore, stanchezza e sedazione; è assolutamente controindicata l'associazione di queste molecole con gli antidepressivi. Inoltre, spesso la dieta viene interpretata ed eseguita in modo irrazionale, senza un controllo specialistico, incidendo negativamente sullo stato di nutrizione del soggetto. Sia nei soggetti predisposti che in quelli non predisposti, la dieta ipocalorica inadeguata può favorire la depressione.
L'abitudine di inserire caffè ed alcol nella dieta può incidere negativamente sulla guarigione dalla depressione; il depresso tende all'abuso di certe sostanze nel tentativo (vano) di alleviare le proprie sofferenze.
Il caffè ha un'azione psicostimolante e le sue ripercussioni sul sistema nervoso (quindi sulla depressione) sono dose dipendenti. Nella maggioranza dei depressi, il momento peggiore della giornata è il risveglio mattutino; pertanto, l'assunzione di caffè secondo le proprie abitudini (ma evitandone l'abuso), oltre che normale, potrebbe essere anche utile; deve esserne necessariamente evitato il consumo nelle ore serali.
La dieta non dovrebbe contenere bevande alcoliche, in quanto l'azione disinibente di questonervino peggiora lo stato emotivo del soggetto affetto da depressione. Inoltre, l'alcol interferisce con le terapie antidepressive, peggiorandone gli effetti indesiderati: debolezza, sonnolenza,ipotensione arteriosa w disturbi fisici di vario genere. Ciò determina una riduzione dell'efficacia del trattamento.
Molte altre molecole presenti nella dieta incidono sul cervello e sulla depressione. E' il caso dell'istamina, un neurotrasmettitore eccitante che, se introdotto in eccesso, può scatenare forti mal di testa ed ansia, peggiorando di conseguenza lo stato emotivo del depresso (sindrome sgombroide). Negli alimenti, l'istamina è presente soprattutto nei prodotti ittici come il pesce azzurro e rappresenta un indice di mal conservazione e contaminazione batterica.
Anche l'elevato apporto di glutammato - un altro amminoacido che funge da neurotrasmettitore eccitante, nonché da additivo alimentare utilizzato come esaltatore di sapidità - può determinare l'alterazione ed il peggioramento del tono dell'umore, favorendo crisi neurovegetative con sudorazione profusa, nausea, vomito, mal di testa e grande stanchezza (sindrome da ristorante cinese).
La tiramina è una ammina derivata dall'amminoacido tirosina e, oltre ad essere anch'essa un marker di contaminazione batterica, quindi di mal conservazione, è presente in buone quantità in:formaggi, carni lavorate, salsa di soia, vino rosso, pesce, cioccolato, banane e bevande alcoliche. Essa stimola le scariche eccessive di noradrenalina, facilitando cefalea pulsante, tachicardia e calore al volto. Sia gli effetti collaterali dell'eccesso di glutammato che quelli inerenti l'eccesso di tiramina nella dieta, possono peggiorare significativamente il quadro sintomatologico della depressione.
Volgendo l'attenzione ai macronutrienti che costituiscono la dieta contro la depressione, è fondamentale che l'apporto di carboidrati non prescinda dalle percentuali raccomandate da una buona e sana alimentazione; un difetto cronico dell'apporto di zuccheri (associato ad un incremento significativo dei grassi) potrebbe causare inizialmente uno stato di ipoglicemia con relativi sintomi ed effetti collaterali. Solo in seguito alla chetoacidosi indotta dall'ipoglicemia, il cervello può raggiungere l'assuefazione ad una condizione NON fisiologica e godere di uno stato di benessere quasi euforico indotto dall'intossicazione sanguigna; in considerazione delle note conseguenze distruttive dei corpi chetonici sugli altri organi del corpo e del tipico andamento altalenante dell'umore, la dieta chetogenica non è considerata una valida terapia contro la depressione. Per contro, anche l'eccesso di carboidrati (>70%) a discapito di proteine e grassi provoca effetti indesiderati degni di nota; i più rilevanti sono: diminuzione dell'utilizzazione del glucosio da parte del tessuto cerebrale, confusione, rallentamento e letargia.
Non solo la quantità ma anche la qualità dei nutrienti nella dieta può incidere in maniera positiva o negativa sui sintomi della depressione. Infatti, nel medio e nel lungo termine, i grassi contenuti nella dieta incidono significativamente sulla composizione dei lipidi contenuti nella membrana neurale del cervello. Un buon apporto di acidi grassi essenziali omega 3 garantisce l'integrità e l'ottimizzazione dei rivestimenti mileinici dei neuroni (costituenti la materia bianca cerebrale) a giovamento degli impulsi nervosi; al contrario, una dieta ricca di colesterolo, con un apporto eccessivo di acido arachidonico ed un rapporto inadeguato omega3/omega6 sembra avere un effetto negativo sull'apprendimento, sulla memoria e, a causa del deficit di trasmissione nervosa, sul tono dell'umore (già alterato nella depressione). Ovviamente, una dieta ricca di omega 3 si distingue per l'effetto terapeutico specularmente opposto.
Sebbene abbia poco a che fare con la dieta nella depressione, ricordiamo che l'attività fisicarappresenta il maggior coadiuvante alle terapie farmacologiche per la lotta agli scompensi endocrini tipici di questa patologia; essa induce uno stimolo noradrenergico ed un rilascio endorfinico tali da favorire il miglioramento (più o meno importante a seconda della gravità della malattia) dei sintomi della depressione.
In sintesi, la dieta contro la depressione deve essere:
Possibilmente normocalorica o comunque poco aggressiva e monitorata da uno specialista
Priva di farmaci anoressizzanti
Moderata in caffeina
Priva di alcol
Poverissima di istamina, glutamina e tiramina
Correttamente ripartita in macronutrienti
Ricca di acidi grassi essenziali omega3 e povera di colesterolo ed acidi grassi saturi
Coadiuvata all'attività fisica svolta con regolarità
Bibbliografia:
Depressione, ansia e panico: domande e risposte - Associazione per la Ricerca sulla Depressione. Salvatore Di Salvo - Campagna informativa su depressione e ansia; 2005
Mente inquieta. Stress ansia e depressione – Francesco Bottaccioli – Tacniche nuove – 36:44
Le diete ipocaloriche costituiscono un fattore di rischio importante per l'insorgenza della depressione, soprattutto in seguito all'assunzione difarmaci anoressizzanti; ciò comporta effetti negativi sulle emozioni e sul comportamento. Alcuni di questi principi farmacologici inducono anche un senso di euforia che lascia il posto ad una più o meno grave depressione all'interruzione della terapia. Altri farmaci associati alle diete dimagrantifavoriscono la comparsa di malumore, stanchezza e sedazione; è assolutamente controindicata l'associazione di queste molecole con gli antidepressivi. Inoltre, spesso la dieta viene interpretata ed eseguita in modo irrazionale, senza un controllo specialistico, incidendo negativamente sullo stato di nutrizione del soggetto. Sia nei soggetti predisposti che in quelli non predisposti, la dieta ipocalorica inadeguata può favorire la depressione.
L'abitudine di inserire caffè ed alcol nella dieta può incidere negativamente sulla guarigione dalla depressione; il depresso tende all'abuso di certe sostanze nel tentativo (vano) di alleviare le proprie sofferenze.
Il caffè ha un'azione psicostimolante e le sue ripercussioni sul sistema nervoso (quindi sulla depressione) sono dose dipendenti. Nella maggioranza dei depressi, il momento peggiore della giornata è il risveglio mattutino; pertanto, l'assunzione di caffè secondo le proprie abitudini (ma evitandone l'abuso), oltre che normale, potrebbe essere anche utile; deve esserne necessariamente evitato il consumo nelle ore serali.
La dieta non dovrebbe contenere bevande alcoliche, in quanto l'azione disinibente di questonervino peggiora lo stato emotivo del soggetto affetto da depressione. Inoltre, l'alcol interferisce con le terapie antidepressive, peggiorandone gli effetti indesiderati: debolezza, sonnolenza,ipotensione arteriosa w disturbi fisici di vario genere. Ciò determina una riduzione dell'efficacia del trattamento.
Molte altre molecole presenti nella dieta incidono sul cervello e sulla depressione. E' il caso dell'istamina, un neurotrasmettitore eccitante che, se introdotto in eccesso, può scatenare forti mal di testa ed ansia, peggiorando di conseguenza lo stato emotivo del depresso (sindrome sgombroide). Negli alimenti, l'istamina è presente soprattutto nei prodotti ittici come il pesce azzurro e rappresenta un indice di mal conservazione e contaminazione batterica.
Anche l'elevato apporto di glutammato - un altro amminoacido che funge da neurotrasmettitore eccitante, nonché da additivo alimentare utilizzato come esaltatore di sapidità - può determinare l'alterazione ed il peggioramento del tono dell'umore, favorendo crisi neurovegetative con sudorazione profusa, nausea, vomito, mal di testa e grande stanchezza (sindrome da ristorante cinese).
La tiramina è una ammina derivata dall'amminoacido tirosina e, oltre ad essere anch'essa un marker di contaminazione batterica, quindi di mal conservazione, è presente in buone quantità in:formaggi, carni lavorate, salsa di soia, vino rosso, pesce, cioccolato, banane e bevande alcoliche. Essa stimola le scariche eccessive di noradrenalina, facilitando cefalea pulsante, tachicardia e calore al volto. Sia gli effetti collaterali dell'eccesso di glutammato che quelli inerenti l'eccesso di tiramina nella dieta, possono peggiorare significativamente il quadro sintomatologico della depressione.
Volgendo l'attenzione ai macronutrienti che costituiscono la dieta contro la depressione, è fondamentale che l'apporto di carboidrati non prescinda dalle percentuali raccomandate da una buona e sana alimentazione; un difetto cronico dell'apporto di zuccheri (associato ad un incremento significativo dei grassi) potrebbe causare inizialmente uno stato di ipoglicemia con relativi sintomi ed effetti collaterali. Solo in seguito alla chetoacidosi indotta dall'ipoglicemia, il cervello può raggiungere l'assuefazione ad una condizione NON fisiologica e godere di uno stato di benessere quasi euforico indotto dall'intossicazione sanguigna; in considerazione delle note conseguenze distruttive dei corpi chetonici sugli altri organi del corpo e del tipico andamento altalenante dell'umore, la dieta chetogenica non è considerata una valida terapia contro la depressione. Per contro, anche l'eccesso di carboidrati (>70%) a discapito di proteine e grassi provoca effetti indesiderati degni di nota; i più rilevanti sono: diminuzione dell'utilizzazione del glucosio da parte del tessuto cerebrale, confusione, rallentamento e letargia.
Non solo la quantità ma anche la qualità dei nutrienti nella dieta può incidere in maniera positiva o negativa sui sintomi della depressione. Infatti, nel medio e nel lungo termine, i grassi contenuti nella dieta incidono significativamente sulla composizione dei lipidi contenuti nella membrana neurale del cervello. Un buon apporto di acidi grassi essenziali omega 3 garantisce l'integrità e l'ottimizzazione dei rivestimenti mileinici dei neuroni (costituenti la materia bianca cerebrale) a giovamento degli impulsi nervosi; al contrario, una dieta ricca di colesterolo, con un apporto eccessivo di acido arachidonico ed un rapporto inadeguato omega3/omega6 sembra avere un effetto negativo sull'apprendimento, sulla memoria e, a causa del deficit di trasmissione nervosa, sul tono dell'umore (già alterato nella depressione). Ovviamente, una dieta ricca di omega 3 si distingue per l'effetto terapeutico specularmente opposto.
Sebbene abbia poco a che fare con la dieta nella depressione, ricordiamo che l'attività fisicarappresenta il maggior coadiuvante alle terapie farmacologiche per la lotta agli scompensi endocrini tipici di questa patologia; essa induce uno stimolo noradrenergico ed un rilascio endorfinico tali da favorire il miglioramento (più o meno importante a seconda della gravità della malattia) dei sintomi della depressione.
In sintesi, la dieta contro la depressione deve essere:
Possibilmente normocalorica o comunque poco aggressiva e monitorata da uno specialista
Priva di farmaci anoressizzanti
Moderata in caffeina
Priva di alcol
Poverissima di istamina, glutamina e tiramina
Correttamente ripartita in macronutrienti
Ricca di acidi grassi essenziali omega3 e povera di colesterolo ed acidi grassi saturi
Coadiuvata all'attività fisica svolta con regolarità
Bibbliografia:
Depressione, ansia e panico: domande e risposte - Associazione per la Ricerca sulla Depressione. Salvatore Di Salvo - Campagna informativa su depressione e ansia; 2005
Mente inquieta. Stress ansia e depressione – Francesco Bottaccioli – Tacniche nuove – 36:44