Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


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giovedì 1 ottobre 2015

La dieta che fa male al cervello

Una dieta abituale malsana, di stile “occidentale”, caratterizzata da carne, hamburger, patatine fritte e bevande analcoliche zuccherate e colorate, sembra ridurre il volume dell’ippocampo sinistro (regione del cervello che presiede i processi di apprendimento e memorizzazione delle informazioni ricevute e sovraintende il senso dell’olfatto), mentre una dieta sana di verdure fresche e pesce può aumentare il volume ippocampale.

Questo è quanto, in sostanza, si evidenzia in uno studio che ha coinvolto oltre 250 soggetti, pubblicato online su BMC Medicine. I ricercatori hanno riscontrato che nel corso di un periodo di 4 anni, c’era una differenza di più di 200 millimetri cubi nel volume ippocampale tra gli individui che avevano condotto una dieta abituale sana e coloro che avevano consumato una dieta malsana.

“A nostra conoscenza, questo è il primo studio a dimostrare nell’uomo le associazioni tra dieta e il volume ippocampale, ed è coerente con i dati precedentemente osservati negli studi su animali”, hanno scritto i ricercatori guidati da Felice N. Jacka, professore della Division of Nutritional Psychiatry Research presso la Deakin University (Geelong, Australia) e presidente della Iternational Society for Nutritional Psychiatry Research.

“Questi risultati suggeriscono la possibilità di interventi dietetici per promuovere la salute dell’ippocampo, diminuire l’atrofia cerebrale (riduzione del peso, del volume e delle funzioni) correlata all’età, e prevenire le conseguenze negative sulla salute associate con l’atrofia ippocampale” hanno aggiunto.