Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


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giovedì 7 novembre 2013

Fruttosio: tossico come l'alcool?

Come chiamereste una sostanza che può essere metabolizzata esclusivamente dal fegato e produce danni? Io lo chiamo “veleno”.

— Dr Robert Lustig.

Il fruttosio è metabolizzato esclusivamente dal fegato, e molte delle conseguenze del suo metabolismo sono negative.
In seguito alla conferenza tenuta dal Dr Robert Lustig (un endocrinologo pediatrico che lavora a University of California, San Francisco (UCSF ) dove insegna clinica pediatrica), riguardo al ruolo degli zuccheri, particolarmente del fruttosio, nell’insorgenza della sindrome metabolica (obesità e patologie associate), c’è stato un crescente interesse intorno al ruolo e al destino metabolico di questo zucchero e al suo legame con le malattie menzionate.

Nota bene: ci si riferisce principalmente al fruttosio raffinato e degli sciroppi a base di fruttosio. Quello che segue non è applicabile agli alimenti che lo contengono naturalmente, i quali sono composti da un complesso di nutrienti in grado di annullare e invertire gli effetti nocivi di questo zucchero, sempre purchè non se ne abusi. Il consumo di alimenti contenenti naturalmente un alto tenore di fruttosio non provoca alcuno degli effetti descritti in basso: frutta e verdura sono assolutamente salutari sempre purchè non se ne abusi, salvo patologie specifiche (es. deficit della fruttosio-1-fosfato-aldolasi meglio noto come “intolleranza al fruttosio”).

Il fruttosio ha effetti molto simili all’etanolo, giungendo a provocare addirittura, oltre al ruolo giocato nella predisposizione all’insulino resistenza, danni del tutto sovrapponibili all’abuso di alcol. Il fruttosio in eccesso sembra alla base dell’epidemia di sindrome metabolica a causa del suo particolare metabolismo, che risulta in deplezione intracellulare di ATP, produzione di acido urico, disfunzione endoteliale, stress ossidativo, lipogenesi e glicazione proteica.

Queste le accuse “in parole povere”:
aumento della resistenza insulinica-predisposizione al diabete (mediato dall’attivazione dell’enzima JUNK1 e dal deposito di acidi grassi nei muscoli)
neosintesi lipidica (DNL) con produzione di colesterolo “cattivo” e relativa dislipidemia.
aumento del deposito di grasso intra-addominale (mesentere-fegato) che può condurre al “fegato grasso”
aumento della pressione arteriosa (ipertensione)
diminuzione del senso di fame /aumento del consumo di alimenti calorici, che conduce ad aumento di peso (spiegazione in fondo).
aumento di acido urico (uricemia) che può portare allo sviluppo di gotta eipertensione
predisposizione ad aterosclerosi, malattie cardiache e, più in generale, alla sindrome metabolica.
attivazione dell’enzima JUNK1, una chinasi, che è un enzima infiammatorio. (infiammazione epatica, epatite steatosica)

“Praticamente pensi di bere zucchero ma bevi grassi” R. Lustig.

MA PERCHÉ IL FRUTTOSIO È PIÙ PERICOLOSO DEL GLUCOSIO E DELLO ZUCCHERO BIANCO?

-il saccarosio (zucchero bianco, ma anche zucchero di canna) è un disaccaride composto da una molecola di glucosio + una molecola di fruttosio.

-il fruttosio è metabolizzabile esclusivamente dal fegato, a differenza del glucosio che può essere metabolizzato (quindi utilizzato) da tutte le cellule del nostro organismo. Ciò comporta un notevole sovraccarico per quest’organo.

Il fruttosio, a differenza del glucosio, non può essere “depositato” come glucogeno (la riserva organica di glucosio, fatta di polimeri di glucosio, assolutamente innocuo per il fegato) ma deve essere metabolizzato per intero.

Per chi vuole approfondire sui meccanismi ma non abbastanza da leggersi la bibliografia, il metabolismo epatico del fruttosio comporta:
la produzione di acido urico (che la nostra specie non è in grado di metabolizzare in quanto non dotata di uricasi, un enzima in grado di rendere innocuo questo vero e proprio “prodotto di rifiuto nocivo”). un eccesso di acido urico è alla base della gotta, ma causa anche ipertensione ed è forse legato direttamente ad un aumento del rischio cardiovascolare. L’ipertensione da fruttosio, infatti, è annullata dalla somministrazione di allopurinolo, un farmaco antigottoso.
la produzione di grandi quantità di piruvato (ma anchedi xiluloso-5-fosfato), che conducono alla genesi di grandi quantità di citrato (sono intermedi metabolici) con conseguente aumento della produzione di una frazione molto dannosa del noto “colesterolo” (LDL a bassa densità / VLDL), in quantità tali che, se il consumo è eccessivo e cronico (es. bevande gassate a tavola o a scuola) ha luogo un deposito intraepatico che può portare all’instaurarsi del cosiddetto “fegato grasso” (steatosi epatica).
la liberazione di grandi quantità di acidi grassi che andranno a depositarsi nei muscoli aumentando la resistenza insulinica, il deposito di grassi a livello dei muscoli è la causa dell’atrofia muscolare da alcolismo.
aumento del deposito di grasso addominale (mesentere): è di dominio pubblico oramai che si tratti del “grasso più pericoloso”.
è uno zucchero ad elevato potere glicante (glicazione proteica con produzione di AGEs).
Gli AGE (che significa letteralmente “prodotto glicato finale”) si producono anche durante la cottura di alimenti contenenti proteine e zuccheri quindi esiste un loro apporto dietetico “tal quale”.
Il legame degli AGE al recettore “RAGE” (recettori per la glicazione finale), che noi esprimiamo in molti tessuti, comporta un aumentata predisposizione a l’arteriosclerosi, asma, artrismi,eventi cardiovascolari, nefropatie, retinopatie, peridontiti e neuropatie. A causa dell’instabilità molecolare del suo anello furanoso, il fruttosio, oltre alla glicazione, promuove la formazione dei ROS (specie reattive dell’ossigeno, forti ossidanti meglio noti come “radicali liberi” e, tra questi, i più potenti. esempi sono l’anione superossido, il perossido d’idrogeno e il radicale ossidrilico).
La battaglia contro i radicali liberi non è appannaggio unico della lotta contro l’invecchiamento, pur essendo importanti elementi del nostro sistema difensivo quando l’organismo li controlla, si tratta di uno dei meccanismi più importanti in gioco nel danno cellulare.
la resistenza insulinica, generata da complessi meccanismi esplorabili nella bibliografia riportata in basso, porterebbe ad un aumento di questo ormone in circolo (iperinsulinemia), con tutte le conseguenze nefaste che ciò comporta (per scoprirle basta una ricerca in rete, per riassumerle: ipoglicemia, diabete, sindrome dell’ovaio policistico, ipertrigliceridemia/dislipidemia, ipertensione, coronopatia, aumento del rischio cardiovascolare, aumento di peso, letargia forse mediata da un ipofunzione tiroidea.)
attivazione del JUNK-1 (c-Junf amino terminal kinase 1): oltre all’infiammazione provoca resistenza insulinica fosforilando il ser-307 quindi inattivando IRS1 (il recettore per l’insulina). JUNK-1 è un sospettato anche in medicina oncologica, in relazione al cancro al fegato e alla diffusione metastatica del carcinoma gastrico, ma non solo.
In modelli animali è stato provato che il fruttosio inibisce l’assorbimento di calcio ed i livelli di vitamina D ematica.

E SE VI SEMBRA GIA’ DI AVERNE SAPUTO ABBASTANZA DA EVITARE IL BARATTOLINO DI FRUTTOSIO, LE BEVANDE ZUCCHERATE E I PRODOTTI EDULCORATI CON FRUTTOSIO, SCIROPPO DI MAIS O SEMPLICEMENTE “ZUCCHERO”:

Solitamente il fruttosio si trova nei reparti dietetici, quindi il consumatore pensa che sostituire lo zucchero bianco con il fruttosio contribuisca a gestire il peso.

Abbiamo già visto come il deposito di grassi aumenti a causa del metabolismo di questo zucchero. Ma c’è un altro meccanismo: il fruttosio non è in grado di dare al cervello il segnale di sazietà, sia perché il cervello non è in grado di utilizzarlo sia perché questo non attiva la produzione di leptina, l’ormone che dice al cervello che siamo sazi.

MA IL FRUTTOSIO FA SEMPRE MALE?

NO: tutti questi effetti deleteri vengono annullati se il fruttosio viene consumato durante un’attività fisica intensa… ed è bene sottolineare “intensa”.

Lo sciroppo di mais è lo zucchero più spesso utilizzato nelle bevande artificiali e nei fast food… si trova nel kecth-up, nel pane, negli hamburger…

Alla luce di quanto detto emerge senz’altro che non ci sono motivi per preferire il fruttosio allo zucchero convenzionale, ci sono invece motivi per avere, nei confronti di questo zucchero, un atteggiamento cauto ed evitare di assumerlo, ma soprattutto di proporlo ai bambini tal quale o sotto forma di bevande zuccherate, merendine, salse etc. Per i più piccoli in particolare è comunque meglio scegliere dolcificanti naturali (non raffinati, quindi con tutto il “complesso” di nutrienti con i quali la natura li ha concepiti, come la frutta secca, il malto e, forse, lo sciroppo d’acero o d’agave se non troppo trattati e biologici).


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE