Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


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mercoledì 14 marzo 2018

Intestino e diabete

Una dieta ricca di fibre svolge una funzione anti-diabete perché aumenta i batteri 'amici' presenti nell'intestino, migliorando il controllo degli zuccheri nel sangue. Uno studio pubblicato su Science getta le basi per un intervento in grado di migliorare la vita dei quasi 4 milioni di italiani che soffrono di diabete. Il diabete di tipo 2 è una malattia legata agli stili di vita che riduce la capacità dell'insulina di regolare la presenza di zuccheri nel sangue, causando danni a tessuti e organi. 

Precedenti ricerche hanno mostrato che le persone che consumano più fibre hanno un rischio più basso di svilupparlo. Per indagare sul legame tra fibre e diabete, i ricercatori Rutgers University, nel New Jersey, hanno diviso i partecipanti allo studio in due gruppi, la metà dei quali ha ricevuto una dieta standard e l'altra metà una dieta simile ma con alti livelli di fibre, come i cereali integrali. Dopo 12 settimane, il secondo gruppo mostrava maggiore riduzione dei livelli di glucosio nel sangue. I ricercatori hanno visto che l'aumento delle fibre aveva potenziato in particolare un gruppo di circa 15 batteri intestinali, favorendo la produzione di alcuni acidi grassi a catena corta (acido acetico e acido butirrico) che derivano dalla fermentazione dei carboidrati introdotti con il cibo. 

Questi composti creano un ambiente più acido nell'intestino, portando ad un aumento della produzione di insulina e a un migliore controllo della glicemia. "Appare sempre più importante - sottolinea Enzo Bonora, già presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid) - il ruolo dell'intestino nello sviluppo e nel controllo del diabete. In questo caso i batteri, potenziati dal consumo di fibre, agiscono sul cibo introdotto e ne ricavano sostanze che svolgono funzioni simili agli ormoni e quindi regolano il controllo della malattia. 
Le fibre alimentari, quindi, cambiano la flora intestinale in senso 'anti-diabetico'".


DIABETOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 11/03/2018 14:06

Obesità e colesterolo: cuore dei bambini a rischio.

Il cuore dei bambini italiani è sempre più a rischio. A metterlo in pericolo sono pressione alta, obesità ed alti livelli di colesterolo: tre condizioni che riguardano una fetta sempre più ampia di piccoli, tanto che l'ipertensione colpisce ad esempio ben un ragazzino su 10. La colpa è, innanzitutto, dei cattivi stili di vita a partire da alimentazione scorretta e sedentarietà. 

E' questo il quadro, "decisamente preoccupante", tracciato dai cardiologi che, dal congresso nazionale della Società italiana di prevenzione cardiovascolare (Siprec), invitano a non sottovalutare tali condizioni indicando nella prevenzione la prima arma a difesa dei bambini. Prevenzione che passa anche dalle vaccinazioni che, rilevano gli esperti, rappresentano pure uno strumento per la protezione cardiovascolare. Proprio "ipertensione, obesità, diabete e ipercolesterolemia - afferma il presidente Siprec Massimo Volpe - rappresentano le 4 principali ricadute sui bambini di stili di vita scorretti. Sul banco degli imputati sono innanzitutto la cattiva alimentazione, con eccesso di grassi e sale, e la mancanza di attività fisica, principali cause di tali condizioni critiche che possono mettere in pericolo nel medio e lungo termine il benessere cardiovascolare dei più piccoli".

Infatti, avverte Volpe, "oggi non sappiamo quali possano essere gli effetti a lungo termine di ipertensione ed alti livelli di colesterolo e glicemia sin da piccoli. Invertire il trend, però, è possibile proprio grazie alla prevenzione. Innanzitutto, consiglia il cardiologo, "a partire dai 10 anni è bene fare uno screening di rischio cardiovascolare almeno ogni 5 anni, con tre semplici esami per la misurazione di glicemia, colesterolo e pressione. La bilancia, poi, deve essere sempre presente per mantenere sotto controllo il peso". Ma anche le vaccinazioni proteggono: "Virus e batteri possono infatti avere effetti negativi sul cuore. il morbillo, ad esempio, può portare a miocardite a rare forme fulminanti e la difterite può determinare blocchi cardiaci nei bambini. In quest'ultimo caso la vaccinazione, che è obbligatoria - ricorda Volpe - ha eliminato tale rischio".

Pure il batterio del meningococco, responsabile della meningite, può dare gravi complicanze cardiovascolari: "Le vaccinazioni dunque -sottolinea Volpe - sono importanti anche per proteggere il cuore e tale effetto vale pure per gli anziani a rischio, grazie alle vaccinazioni per influenza, pneumococco e Zoster". Insomma, conclude il presidente Siprec, "la prevenzione deve cominciare fin da piccoli: se facessimo una seria prevenzione cardiovascolare già da bambini, infatti, da qui a 20 anni sarebbe difficile vedere un infarto in soggetti sotto i 70 anni".

CARDIOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 11/03/2018 14:20