Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


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martedì 18 ottobre 2022

Malattie infiammatorie intestinali: dieta con fibre peggiora i sintomi

In alcuni pazienti che soffrono di malattie infiammatorie intestinali diete ricche di fibre possono peggiorare i sintomi. Gli autori dello studio da cui è emersa questa evidenza stanno mettendo a punto un test delle feci in grado di esaminare la flora intestinale di ciascun paziente e predire se avrà o meno una risposta negativa da una determinata dieta, in modo da consentire al clinico di formulare raccomandazioni alimentari personalizzate.


Regimi alimentari a base di fibre possono causare una risposta infiammatoria in alcune persone che soffrono di malattie infiammatorie intestinali; risposta che determina, a sua volta, un peggioramento dei sintomi.
A evidenziarlo è un team dell’Università dell’Alberta, in Canada, che ha pubblicato uno studio su Gastroenterology. Il team sta cercando, ora, di mettere a punto un test delle feci in grado di esaminare la flora intestinale di ciascun paziente e predire se avrà o meno una risposta negativa da una determinata dieta, in modo da consentire al clinico di formulare raccomandazioni alimentari personalizzate.
I sintomi delle malattie infiammatorie intestinali sono rappresentate da dolore addominale, diarrea, sangue nelle feci, perdita di peso, pubertà ritardata e un rischio a lungo termine di tumore del colon-retto. La causa di queste malattie non è nota, ma alcuni fattori di rischio sono genetici, ambientali, legati alla dieta e ai cambiamenti nel microbioma intestinale.
I pazienti con malattie infiammatorie intestinali che non tollerano una dieta a base di fibre sono stimati nell’ordine del 20-40%. Tuttavia, scrivono gli autori dello studio, si tratta quasi sempre di una situazione transitoria, per cui è possibile che dopo qualche mese questi pazienti possano tornare ad assumere fibre.
Il team, inoltre, ha scoperto che alcuni cibi come carciofi, cicoria, aglio, asparagi e banane sono particolarmente difficili da fermentare se mancano o se non funzionano bene determinati batteri presenti nell’intestino, come accade spesso nei pazienti con malattie infiammatorie intestinali.


lunedì 17 ottobre 2022

Contro tumori, artrite e aterosclerosi occorre un'alimentazione sana

Lo rivela uno studio condotto da un team dei laboratori di Biologia Molecolare e di Analisi chimico cliniche e microbiologia dell'Aou Cagliari.



Un'alimentazione con più verdure e il giusto apporto di carni è fondamentale per cercare di prevenire tumori come quello al colon retto ma anche patologie degenerative come l'artrite reumatoide e l'aterosclerosi. Sono queste le conclusioni dello studio Changes in the oral status and periodontal pathogens in a Sardinian rural community from pre industrial to modern time" (Cambiamenti nello stato orale e patogeni parodontali in una comunità rurale sarda dal periodo preindustriale a quello moderno) pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Nature Scientific Reports e condotta da un team dei laboratori di Biologia Molecolare e di Analisi chimico cliniche e microbiologia dell'Aou Cagliari. I ricercatori hanno esaminato e analizzato il DNA presente nei calcoli dentali di individui vissuti in epoche diverse negli ultimi 200 anni e hanno scoperto che "nella bocca è visibile un progressivo aumento negli ultimi 70 anni di specie batteriche 'patobionte', cioè microbi dalla doppia personalità, normalmente tollerati in condizioni di equilibrio fisiologico, ma capaci di partecipare a processi di infiammazione cronica in situazioni di disbiosi del cavo orale, ovvero l'alterazione della flora batterica orale". Questi microrganismi, spiega Germano Orrù del dipartimento Scienze Chirurgiche, sono stati ultimamente associati a gravi malattie degenerative quali artrite reumatoide, tumore al colon retto, aterosclerosi. Questo studio, dice Ferdinando Coghe, direttore del Laboratorio e direttore sanitario dell'Aou di Cagliari, "è il primo del genere e potrebbe spiegare il preoccupante incremento delle 'malattie degenerative dei tempi moderni' e nello stesso tempo suggerisce come la via dei microbi potrebbe essere una soluzione nella diagnosi e nella terapia di queste gravi patologie; negli ultimi anni è stata osservata una stretta correlazione tra la composizione del microbiota intestinale e la comparsa di placche amiloidi a livello celebrale, che sono caratteristiche della malattia di Alzheimer". La ricerca è firmata anche da Alessandra Scano del laboratorio di Biologia Molecolare del San Giovanni di Dio.

NUTRIZIONE | REDAZIONE DOTTNET |