Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


Studio Borgo Roma - Via Santa Teresa 47 (ingresso Via Bozzini 3/A), 37135, Verona.

Info. e prenotazioni - Segreteria: 349.6674360

e-mail: info@tedesconutrizionista.it

e-mail pec: vincenzo.tedesco@pec.enpab.it

web: www.tedesconutrizionista.it

giovedì 31 maggio 2018

Le dieci raccomandazioni per prevenire il cancro

Tra i consigli limitare le carni rosse, allattare al seno e no agli integratori

Dieci raccomandazioni per prevenire il cancro, dall'attività fisica alla giusta alimentazione, con il ribadito invito a ridurre il consumo di carne rossa. L'ultimo decalogo aggiornato arriva dal World Cancer Research Fund, che ha pubblicato il Rapporto 'Dieta, nutrizione, attività fisica e cancro: una prospettiva globale'. "Le nostre raccomandazioni - spiega Martin Wiseman, consigliere medico-scientifico - arrivano dalle conclusioni di un panel di esperti indipendente. Rappresentano un 'pacchetto' di scelte di stili di vita salutari che, insieme, possono avere un enorme impatto sul rischio che un soggetto ha di sviluppare il cancro nel corso della vita". Queste le raccomandazioni:

- MANTIENI IL GIUSTO PESO: è importante evitare sovrappeso e obesità e limitare l'aumento del peso corporeo nell'età adulta. Proprio il sovrappeso è infatti tra le cause di 12 tumori

- MUOVITI DI PIU': camminare di più ogni giorno e stare seduti per meno tempo. E' infatti dimostrato che l'attività fisica protegge contro il cancro al colon, seno ed endometrio. L'Organizzazione mondiale della sanità consiglia di svolgere almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana (va bene anche camminare, nuotare o svolgere attività domestiche) oppure 75 minuti di attività fisica vigorosa (corsa, ciclismo, aerobica). Attenzione anche al tempo eccessivo trascorso davanti a tv e videogames.

- MANGIA CEREALI, FRUTTA, VERDURA E LEGUMI: il consiglio è di mangiare almeno 30 grammi di fibre ed almeno 400 grammi di frutta e verdura ogni giorno.

- LIMITARE I FAST FOOD: dito puntato contro burgers, pollo fritto, patatine fritte e bevande molto caloriche e zuccherate. Si tratta di cibi sottoposti a processi industriali che di solito hanno alto valore energetico ma ridotti micronutrienti.

- LIMITA LE CARNI ROSSE E LAVORATE: limitare, dunque, anche il consumo di salami, prosciutti e bacon. Se si mangia carne rossa, il consumo dovrebbe essere limitato a non più di tre porzioni a settimana, equivalenti a circa 350-500 grammi di carne cotta.

- LIMITARE LE BEVANDE ZUCCHERATE: meglio bere acqua o bevande non zuccherate, incluso Tè e caffè senza zucchero aggiunto. Il caffè, ricordano gli esperti, ha probabilmente anche un effetto protettivo contro il tumore al fegato e all'endometrio. I succhi di frutta andrebbero consumati in quantità limitate. -

NO ALL'ALCOL: ci sono evidenze che l'alcol sia tra le cause del cancro alla bocca, faringe, esofago, fegato, colon, seno e stomaco. Non c'è una soglia di consumo alcolico sotto la quale il rischio di cancro non aumenti, almeno per alcune forme.

- NON USARE INTEGRATORI PER PREVENIRE IL CANCRO: non c'è evidenza scientifica forte del fatto che gli integratori alimentari - a parte il calcio nel caso del cancro al colon-retto - possano ridurre il rischio di tumore. Per la maggioranza delle persone, avvertono gli esperti, è più probabile che cibo e bevande sane proteggano da tale rischio di quanto non facciano gli integratori. 

- ALLATTA SE POSSIBILE AL SENO: l'allattamento protegge la madre dal rischio di cancro alla mammella ed i bambini allattati da sovrappeso o obesità e, dunque, dalle forme di tumore per le quali il sovrappeso rappresenta una causa.

- DOPO UNA DIAGNOSI DI CANCRO, SEGUIRE RACCOMANDAZIONI: le persone che hanno superato il cancro dovrebbero essere guidate rispetto al loro regime nutrizionale e di attività fisica da specialisti della materia.


fonte: World Cancer Research Fund


ONCOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 29/05/2018 11:27

martedì 29 maggio 2018

Parkinson: con malattia infiammatoria intestinale maggiore rischio di svilupparlo.

Un ampio studio danese conferma la teoria seconda la quale l’ambiente intestinale inflluenza la funzionalità del sistema nervoso centrale. Chi soffre di una malattia infiammatoria intestinale corre un rischio più alto del 22% di sviluppare la Malattia di Parkinson.


Le persone che soffrono di una malattia infiammatoria intestinale (Ibd – inflammatory bowel disease) avrebbero un rischio del 22% più alto di soffrire di Parkinson. A evidenziarlo è uno studio pubblicato su Gut, guidato da Tomasz Brudek, del Bispebjerg and Frederiksberg Hospital di Copenhagen, in Danimarca. I risultati, secondo gli autori, supportano la teoria del collegamento intestino-cervello, secondo la quale l’ambiente intestinale influenza la funzionalità del sistema nervoso centrale.


Lo studio
Brudek e il suo team hanno esaminato 76.477 persone con una diagnosi di Ibd, confrontandoli con più di sette milioni di controlli senza malattia intestinale, di corrispondente sesso ed età. Durante il follow-up, è emerso che i pazienti con Ibd avevano il 22% in più di probabilità di sviluppare Parkinson. Un aumento del rischio che riguarda in ugual misura uomini e donne.


I risultati
In particolare, i pazienti con colite ulcerosa corrono il rischio più alto, che però non aumenta significativamente tra coloro che soffrono di malattia di Crohn. L’età alla diagnosi, inoltre, non è associata con un aumento del rischio di Parkinson e l’età alla diagnosi di Malattia di Parkinson è risultata uguale tra coloro che soffrono di Ibd e quelli che non hanno questa patologia.


Fonte: Gut
Anne Harding
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

Il digiuno intermittente favorisce il diabete 2 e l'accumulo di grassi

Le diete troppo 'fast' non sono adatte a perdere peso.

Praticare il digiuno intermittente, aumenta la 'pancetta' e il rischio di diabete di tipo 2. Un nuovo studio presentato al congresso annuale della Società Europea di Endocrinologia tenutosi a Barcellona, mostra che questa popolare dieta fast, anche se può fa perdere peso, nuoce al metabolismo e aumenta la produzione di insulina. Caratterizzato da giorni in cui si limita drasticamente l'apporto calorico (a un quarto della dose giornaliera o meno) e nei giorni di "festa", in cui si può mangiare tutto ciò che si desidera, questo regime alimentare è diventato famoso per i supposti vantaggi nel vivere più a lungo. Alcuni studi, tuttavia, suggeriscono però anche che aumenti lo stress ossidativo e la produzione di radicali liberi, fattori che accelerano il processo di invecchiamento e danneggiamento del DNA. Per chiarire i dubbi, i ricercatori dell'Università di San Paolo in Brasile, guidati da Ana Cláudia Munhoz Bonassa, hanno studiato per tre mesi dei roditori adulti sani.

Durante questo periodo, ne hanno monitorato i livelli dell'insulina, il loro peso corporeo e i radicali liberi. Alla fine del periodo, i ratti avevano perso peso, come previsto. Tuttavia, la distribuzione del loro grasso corporeo è cambiata in modo imprevisto: il tessuto adiposo addominale è aumentato e, come noto, questo questo è legato a un aumentato rischio di diabete di tipo 2. "Questo studio sperimentale ha dimostrato come il digiuno intermittente - commenta Giorgio Sesti, past president della Società Italiana di Diabetologia (Sid) e ordinario di Medicina interna all'Università Magna Graecia di Catanzaro - determina un aumento dei radicali liberi, indici di stress ossidativo, un danno delle cellule beta del pancreas che producono insulina, un aumento del grasso viscerale e un aumento dell'insulino-resistenza. Tutte queste alterazioni metaboliche hanno aumentato l'incidenza di diabete negli animali che vi sono stati sottoposti". Questi risultati, aggiunge, "chiariscono che la perdita di peso attraverso diete che mettono sotto eccessivo stress il nostro organismo non sono adatte per perdere peso in modo sicuro e soprattutto duraturo".

DIABETOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 24/05/2018 11:39