Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


Diete personalizzate

Nutrizione neuropsichiatrica e neurodegenerativa

Nutrizione estetica

Nutrizione sportiva per agonisti ed amatori

Intolleranze alimentari


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martedì 28 giugno 2016

Alimentazione e peso influenzano qualità del sonno

Una ricerca dell’Università della Pennsylvania, presentata a Sleep 2016, meeting della American Academy of Sleep Medicine e della Sleep Research Society dimostra che la qualità del sonno è anche una questione di alimentazione e peso. Le persone con qualche chilo in più, rispetto a quelle di peso normale, trascorrono più tempo del loro sonno nella fase Rem (Rapid eye movement), cioè quella in cui si sogna, caratterizzata da un aumento della frequenza cardiaca, da una respirazione più veloce e da un sonno meno ristoratore rispetto alle fasi non Rem.

Lo studio
Gli studiosi hanno osservato 36 adulti sani, seguendoli per 10 ore in due notti consecutive in ospedale. Durante la seconda notte è stata eseguita una polisonnografia, esame che registra i cambiamenti fisiologici che avvengono durante il sonno, mentre la composizione corporea e il dispendio energetico a riposo sono stati valutati il mattino seguente alla prima notte di sonno e in entrambi i giorni è stata misurata l’assunzione di cibo o bevande.

Dai risultati è emerso che gli adulti in sovrappeso mostravano una più alta percentuale di tempo trascorso nella fase Rem, ma anche che una maggiore assunzione di proteine prediceva una minore quantità di sonno trascorsa in fase 2, in cui frequenza cardiaca e respirazione sono relativamente normali e la temperatura corporea si abbassa leggermente. “Inserita in un contesto culturale in cui vi è una crescente pressione a sacrificare il sonno per mantenere la produttività, la ricerca evidenzia come comportamenti e stile di vita influenzino la qualità del sonno”, spiega l’autrice dello studio Andrea M. Spaeth.

martedì 7 giugno 2016

Dieta troppo ricca di zucchero? Ci si “rimette” anche la faccia

Non si tratta solo di far aumentare la carie dentale o i chili di troppo e la circonferenza della vita. Una dieta troppo ricca di zuccheri, danneggia anche il viso, facendolo apparire più vecchio. In inglese si chiama ‘sugar face’, cioè “faccia di zucchero”, che si manifesta con acne, borse sotto gli occhi e pelle pallida e grassa. A spiegarlo è l’Associazione dei dermatologi inglesi, come segnala il quotidiano The Independent.

Spiega l’esperta
”I cibi ricchi di zucchero – precisa la dermatologa Tamara Griffiths – hanno un alto indice glicemico, che produce un notevole carico di zuccheri nel corpo e forti fluttuazioni dell’insulina. Nel tempo tutto ciò può portare allo sviluppo di resistenza all’insulina e diabete, che possono accelerare il processo di invecchiamento”. Lo zucchero inoltre distrugge il collagene, facendo perdere freschezza e tonicità alla pelle. ”L’ingestione di cibi zuccherati – continua – agisce direttamente sull’invecchiamento della pelle, danneggiando le molecole che si producono quando gli zuccheri si combinano con proteine e grassi, in un processo noto come glicazione, e si legano al collagene e altri componenti della pelle”. Inoltre lo zucchero è un agente disidratante, e aumenta la produzione di olio nella pelle, rendendola più ‘unta’ e piena di acne. Tuttavia, concludono i medici, se la dieta è bilanciata ed è inserito in uno stile di vita sano, un po’ di zucchero non fa male. Quella che deve preoccupare è una dieta con alto contenuto di zuccheri. Il sistema sanitario inglese raccomanda un consumo giornaliero non superiore ai 30 grammi.