Dott. Vincenzo Tedesco

Nutrizionista e Neuroscienziato

Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare

Dottore di Ricerca in Biomedicina Traslazionale e Farmacogenomica


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mercoledì 13 giugno 2018

Una dieta con troppo sale annienta i batteri buoni dell'intestino

Uccide il Lactobacillus che difende dalla pressione alta e dalle malattie.

Mangiare cibi troppo salati potrebbe uccidere alcuni batteri 'buoni' che vivono nel nostro intestino e che proteggono dall'ipertensione e da malattie autoimmuni. A identificare il meccanismo è uno studio presentato alla British Cardiovascular Society Conference a Manchester, nel Regno Unito. Gli scienziati del Centro Max Delbrück per la medicina molecolare, a Berlino, hanno scoperto che in topi alimentati con una dieta ricca di sale, viene annientato il Lactobacillus, il più 'famoso' batterio 'amico' che vive nell'intestino e di cui sono ricchi alcuni alimenti fermentati.

Nei topi studiati, consumare troppo sale ha causato, come prevedibile, un aumento della pressione sanguigna, ma ha anche innescato l'attivazione di cellule immunitarie TH17 che inducono infiammazione. Inoltre gli stessi topi hanno anche dimostrato i sintomi di encefalomielite, una condizione autoimmune simile alla Sclerosi Multipla. Gli autori hanno però scoperto che i sintomi dell'encefalomielite, la pressione sanguigna e la conta delle cellule TH17 potevano essere ridotti somministrando agli animali un trattamento probiotico a base di Lactobacillus. Gli autori hanno quindi replicato i risultati sull'uomo e reclutato 12 volontari sani che hanno consumato 6 grammi di sale in più ogni giorno. Al termine di due settimane nella maggior parte dei partecipanti, il Lactobacillus era stato eliminato dai microbiomi, ovvero l'ecosistema di organismi che vivono nel sistema digestivo.

E questo era associato a pressione sanguigna più alta e un aumento del numero di cellule TH17. "Potrebbero esserci anche altri batteri sensibili al sale e altrettanto importanti dei Lactobacillus. Questa potrebbe essere la punta dell'iceberg che può portare a prendere di mira i batteri intestinali per il trattamento di gravi malattie", spiega Dominik N. Müller, autore principale dello studio.

NUTRIZIONE | REDAZIONE DOTTNET | 11/06/2018 15:22